Intervista a Franco Iacop: «decisi a lavorare fino all’ultimo giorno»

Il Piccolo – 14 agosto 2017. Di d.d.a.

Iacop detta l’agenda dell’ultima parte della legislatura. «Io candidato governatore? Sì se me lo chiede la squadra»

Non vuoi sentir dire che la legislatura è esaurita. «Lavoreremo fino all’ultimo giorno», assicura il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop, pur riconoscendo che «la dialettica politica vedrà crescere le differenziazioni e i toni del dibattito con l’avvicinarsi delle elezioni». Iacop stesso comincia tuttavia a trarre i primi bilanci di oltre quattro anni di attività legislativa, non tralasciando di dismettere i panni di speaker super partes per indossare quelli di esponente dem, pronto a correre per un posto da parlamentare o a guidare il centrosinistra alle regionali, se Debora Serracchiani scegliesse Roma e «se la squadra me lo chiederà».

Cosa si può ancora tare in questa legislatura?
Ci sono sei mesi pieni di lavoro. Dovremo votare la manovra finanziaria per il 2018 e sono già in calendario disegni di legge su ambiente, cultura e imprese.

Che anni sono stati?
Di grande lavoro, con le riforme della sanità e degli enti locali, oltre a Rilancimpresa, alla misura di sostegno al reddito e alla razionalizzazione delle partecipate.

Le riforme sono riuscite?
Non è un giudizio che compete al presidente del Consiglio. Sono state impostate e la prossima legislatura servirà a renderle operative, magari con qualche correttivo.

Manca all’appello la riforma elettorale.
Serviva una condivisione che andasse oltre la maggioranza, ma la sintesi non è arrivata.

La giunta domina ormai l’azione legislativa…
È un dato ormai assodato in tutti i Consigli regionali e in Parlamento. Metodo non ottimale perché la facoltà legislativa risiede nell’assemblea.

Che campagna elettorale si aspetta?
Dobbiamo prepararci a una battaglia pesante e dare segnali di rinnovamento autentico di alcuni processi. Il centrodestra mostra vitalità e non do per scontato alcun risultato. Si discuterà sulle riforme fatte, che hanno dimostrato capacità di promuovere il Fvg in ambito nazionale e internazionale, attraendo finanziamenti per terza corsia, porto e aeroporto. Bene anche il riassetto dei consorzi industriali e gli accordi finanziari con lo Stato, che hanno garantito certezza. Un impegno che ha coinvolto tutto il Pd: abbiamo agito ed è innegabile.

Lei è dato fra chi nel partito chiede un cambio della segreteria regionale in autunno.
Non sono per chiedere formalmente il congresso se deve diventare momento di frizione, ma la segreteria va rivista, forse ampliata, dandole una gestione più collegiale, a prescindere dalla titolarità delle cariche.

Che programma presenterete?
Bisogna puntare sulla ripresa dello sviluppo, in presenza di segnali incoraggianti di ripresa. Internazionalizzazione verso l’area centroeuropea e balcanica, ma anche verso la Cina. Sviluppo delle imprese e dei progetti infrastrutturali. Ricerca, turismo e cultura.

Ripartirete dall’alleanza del 2013?
Le tensioni nazionali troveranno composizione in sede locale davanti alle cose fatte e da fare. Guardo inoltre con attenzione all’autonomismo friulano, che spesso ha mostrato vicinanza alle tematiche dell’area di centrosinistra e che rappresenta un apporto fondamentale nella difesa dell’autonomia e delle identità di questa nostra regione.

Chi guiderà la coalizione?
Il leader naturale al momento è Debora Serracchiani. Se lei scegliesse altre strade ci sarà spazio per trovare personalità altrettanto autorevoli.

Serviranno le primarie?
Sono un valore aggiunto per scegliere la guida della coalizione, ma il Pd dovrà presentarsi anche con unità di intenti.

Proponendo Sergio Bolzonello?
Il vicepresidente non nasconde la sua disponibilità, ma possono esserci anche altre personalità utili alla causa. Ricordiamo che non sappiamo ancora chi guiderà gli altri schieramenti.

Il ruolo le interessa?
Sono fortemente incardinato nelle istituzioni locali. È un’eventualità che non sto cercando, ma che non respingo a priori. Un discorso che non è contro nessuno, a cominciare dall’autorevole candidatura di Bolzonello. Le valutazioni le faranno il partito e l’intera coalizione.

Che potrebbero anche indicarla per il Parlamento…
Mi sentirei investito della responsabilità di tutela dell’autonomia, di fissare questa regione alla sua dimensione europea.

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