Iacop a Povoletto a commemorazione vittime sciagura Marcinelle

Iacop a Povoletto a commemorazione vittime sciagura Marcinelle

Iacop a Povoletto a commemorazione vittime sciagura Marcinelle(ACON) Povoletto, 6 ago – MPB – “E’ importante tradurre il ricordo in impegno civile. E ricordare la tragedia di Marcinelle rappresenta un momento di riflessione che ha un alto valore civile e sociale perché oltre a ricordare coloro che, emigranti, persero la vita in quella sciagura, è l’occasione per rinnovare l’attenzione – e la volontà di tenerla alta – sui temi dell’occupazione e della sicurezza nei luoghi di lavoro; sono principi contenuti nella nostra Carta Costituzionale: il lavoro è fondamento del nostro Paese, e deve essere sicuro, solidale, equo. La lezione che viene da Marcinelle non deve sbiadire”. Il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop – intervenuto insieme con l’assessore Mariagrazia Santoro in rappresentanza della Giunta, a Povoletto alla cerimonia di commemorazione della sciagura mineraria avvenuta in Belgio 61 anni fa a Marcinelle, sobborgo operario di Charleroi dove l’8 agosto del 1956 nella miniera di carbone di Bois du Cazier perirono 262 minatori, di cui 136 italiani e fra questi 7 friulani – ha così sintetizzato il senso di questo appuntamento inserito nel progetto “Per non dimenticare Marcinelle” e che quest’anno si è svolto nella comunità di Ciro Natale Piccolo che in quel disastro minerario morì trentaseienne e la cui salma riposa nel cimitero della frazione di Savorgnano al Torre.

Prima la deposizione di una corona al monumento ai caduti; poi nella Parrocchiale con la celebrazione di una Santa Messa durante la quale sono stati scanditi i nomi di tutte le vittime; infine nella sala del Consiglio comunale con la Commemorazione ufficiale presieduta dal sindaco Andrea Rometto: con Piccolo sono stati ricordati Pietro Basso di 26 anni, Mario Buiatti di 31, Ferruccio Pegorer di 41, Armando Zanelli di 33, Lorenzo De Santis di 29 e Ruggero Castellani di 41. Con loro anche altri due friulani: Redento Novelli che partecipò ai primi soccorsi e Paolo Celant scomparso da qualche anno a causa della silicosi contratta in miniera.

La commemorazione – che ha carattere itinerante venendo ospitata ogni anno in uno dei luoghi d’origine delle vittime – è stata organizzata dal Comitato provinciale di Udine della Federazione Maestri del Lavoro d’Italia, presieduta da Mario Caporale, con la collaborazione dell’Associazione Salvo D’Acquisto Onlus di Udine, l’Associazione Minatori di Raibl Cave del Predil e le Associazioni di Minatori di Latisana, Pertegada e Palazzolo.

La presenza dei Maestri del Lavoro – ha sottolienato Iacop – evidenza il ruolo essenziale che il lavoro ha per l’emancipazione della vita e le Istituzioni sono chiamate a un impegno che porti ad affermare dritti e tutele a livello europeo – ha aggiunto il presidente ricordando che l’anno scorso il 60º anniversario fu celebrato anche a Bruxelles.

Fu un pagina tragica dell’emigrazione italiana, il cui anniversario rappresenta oggi la giornata nazionale del sacrificio italiano nel mondo, e che da quest’anno è accomunata a quella del più grande disastro minerario italiano, quello verificatosi ad Arsia in Istria (allora territorio italiano, ora Croazia) il 28 febbraio 1940, dove persero la vita 185 minatori di cui tre della provincia di Udine, e dove i feriti furono 147.

Vittime, quelle di Arsia, per troppo tempo dimenticate a causa degli eventi bellici ma che una mostra prima allestita l’anno scorso nella sede dell’Assemblea FVG e poi donata dal Consiglio regionale al Comune Croato per rimanervi in modo permanente, ha contribuito a ricordare raccontando – ha detto Iacop – una tragedia poco conosciuta ma della quale è giusto parlare perché fa parte della storia della nostra gente, del lavoro e del sacrificio che ne hanno segnato l’esistenza. Donarla è stato un gesto con il quale abbiamo voluto esprimere i nostri sentimenti di amicizia e di fratellanza per quella città mineraria coetanea di molti insediamenti urbani, tra cui Torviscosa, realizzati nel territorio italiano durante il ventennio.

Di fronte agli ancora troppi incidenti, infortuni e malattie legati al lavoro – ha aggiunto il presidente del Consiglio – un monumento, una mostra, una commemorazione che parlino dei caduti sul lavoro sono anche luoghi simbolici della nostra coscienza, che costituiscono una sollecitazione a non abituarsi a questi fatti, ma a lavorare per promuovere la qualità del lavoro e i diritti come traguardo civile, morale e culturale. Una prospettiva – ha concluso Iacop – che ci deve impegnare perché le esigenze della produttività non siano mai a discapito della sicurezza e della salute.

Temi toccati anche dall’assessore Santoro che ha sottolineato l’impegno dei Maestri del Lavoro e delle Associazioni grazie ai quali si perpetua anno dopo anno l’esercizio della memoria che è commosso tributo alle vittime ricordate insieme e singolarmente, è ricordo di un fatto, di un tempo, di una realtà che l’Italia viveva, è una occasione per riflettere sul tema del lavoro e della sicurezza allora e oggi, perchè le nostre radici siano saldate al nostro futuro.

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