Iacop all’hotspot di Pozzallo con delegazione COSAC

Iacop all'hotspot di Pozzallo con delegazione COSAC(ACON) Trieste, 5 mag 2017 – Franco Iacop, coordinatore della Conferenza delle Assemblee regionali, ha preso parte con una delegazione COSAC (Conferenza degli organi parlamentari specializzati in affari comunitari) a una visita all’Hotspot di Pozzallo e a un incontro a Ragusa con esponenti istituzionali e della società civile – presenti anche i referenti locali di EASO (European Asylum Support Office) e Frontex, e i rappresentanti di UNCHR, Save the Children, OIM, CRI, Emergency, MEDU, Terre des Hommes – in merito alle problematiche relative al complesso fenomeno migratorio e alla crisi dei rifugiati.

Aspetti che costituiscono una priorità altissima non solo per i governi e i parlamenti nazionali – ha sottolineato Iacop – ma anche per le autorità regionali e locali che sono oggi il vero “frontline”, chiamate come sono a fornire ai nuovi arrivati risposte sia a breve che a lungo termine e a subirne l’impatto sociale prevalente, anche perché oramai il fenomeno è strutturale, e impone di affrontare anche gli aspetti relativi alla sicurezza e alla tutela della legalità nelle comunità ospitanti.

La politica deve riuscire a definire risposte adeguate, strutturali e attente a garantire la dignità delle persone migranti e una loro possibile integrazione: ciò vale – ha insistito il coordinatore della Conferenza dei parlamenti regionali – anche per la gestione degli Hotspot che potranno funzionare solo combinando controllo e condivisione delle responsabilità a livello europeo.

Iacop ha richiamato alcuni dati. Uno per tutti: se a dicembre 2016 risultano ricollocate dall’Italia in altri Stati membri solo 2.350 sulle 40.000 previste dal piano europeo a fronte delle 181.000 arrivate in Italia è evidente che – ha commentato Iacop – si fatica ad applicare la condivisione di responsabilità. Una questione che si fa ancor più delicata quando si parla di minori non accompagnati, oggi a carico delle comunità locali.

Il presidente si è così soffermato sull’impegno del Comitato europeo delle Regioni, di cui è membro, ricordando i diversi pareri adottati sul tema, dalla riforma del sistema europeo comune di asilo al Piano d’azione sull’integrazione dei cittadini dei Paesi terzi; dalla migrazione legale al quadro di partenariato con i Paesi terzi nell’ambito dell’agenda europea sulla migrazione, per arrivare ad affrontare la migrazione lungo la rotta del Mediterraneo centrale.

Per il Comitato delle Regioni, favorevole al rafforzamento dell’EASO, la solidarietà – ha ricordato Iacop – è un principio cardine da adottare sia verso i migranti, sia nei confronti delle autorità locali che li aiutano quotidianamente, per – inoltre – creare una politica migratoria più efficiente. Si accetta la proposta di istituire Hotspots ma nel gestirli – ha aggiunto – le autorità locali non devono essere lasciate sole, senza mezzi finanziari e qualificato personale. Alle Regioni – ha insistito – vanno assicurati adeguati fondi per rendere possibile il processo di integrazione, in considerazione delle competenze che esse hanno in materia di formazione, lavoro, welfare e casa. Pertanto, Regioni e autorità locali dell’Ue chiedono un approccio costante e non semplicemente emergenziale, con il coinvolgimento fin da subito delle autorità locali e regionali, e pongono con forza la questione delle risorse e degli strumenti necessari per valutare i bisogni delle diverse categorie di migranti, in particolare bambini e adolescenti non accompagnati, e garantire un’accoglienza sostenibile.

Iacop ha anche parlato dell’iniziativa di Nicosia, in quanto progetto di sviluppo delle capacità a sostegno dei comuni libici, esempio di cooperazione decentrata con i Paesi terzi, realizzato in partenariato con gli enti locali e regionali europei e con il contributo finanziario della Commissione europea, ed ha ribadito che l’obiettivo è andare verso una nuova politica della migrazione che protegga le frontiere europee, pensando a creare corridoi umani sicuri da parte dell’Ue e degli Hotspot nei Paesi terzi che confinano con l’Unione e a concludere accordi di politica migratoria in materia di registrazione e di richieste di asilo.

Traguardi raggiungibili – ha ribadito concludendo – solo se Stati e Regioni dialogheranno in modo sempre più dettagliato con l’Ue.
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Iacop: noi leader nell’accoglienza ma crisi migratorie problema Ue

(ACON) Trieste, 6 mag 2017 – COM/MPB – Alla visita che la delegazione della COSAC guidata dal Senatore Vannino Chiti e composta da parlamentari di 21 paesi dell’Unione europea, ha svolto a Pozzallo ha preso parte una delegazione della Conferenza dei Consigli regionali italiani composta dal Coordinatore Iacop, presidente del Friuli Venezia Giulia, e dai Presidenti Ardizzone (Sicilia), Cotugno (Molise) e Cattaneo (Lombardia), presenti rappresentanti di Istituzioni, autorità locali, associazioni della società civile e ONG.

Questa mattina ha avuto luogo la visita all’hotspot di Pozzallo, uno dei centri maggiormente coinvolti nell’accoglienza dei migranti e qui la delegazione europea ha potuto conoscere tutti gli aspetti della ospitalità dei migranti dall’arrivo e primo soccorso medico e psicologico, all’identificazione ed allo smistamento successivo.

“L’hotspot di Pozzallo ha dato prova di essere una organizzazione di cui la Sicilia e l’Italia possono essere fiere, come ha ammesso anche il Presidente della Commissione europea Juncker” – ha dichiarato Iacop.

Si è parlato dell’importanza delle figure dei mediatori culturali, sia per garantire il rispetto dei diritti, sia per ottenere le informazioni necessarie.

“E’ stata un’occasione preziosa, davvero molto utile. La visita all’hotspot di Pozzallo ci ha permesso non solo di verificare come uno dei centri di prima accoglienza sulle crisi migratorie più importanti d’Italia sia arrivato a una elevata capacità di risposta con altissima professionalità e lavoro di rete tra Istituzioni e organizzazione non governative” – ha affermato Franco Iacop in qualità di Coordinatore della Conferenza delle Assemblee legislative.

“La nostra delegazione ha avuto modo di avere coscienza piena della grande capacità organizzativa ad affrontare uno degli obblighi che l’Italia ha come frontiera europea, ma con altrettanta convinzione dobbiamo dire che il fenomeno non è di emergenza, ma strutturale e perciò richiede l’organizzazione e l’apporto di tutti i paesi europei.

“Ieri e oggi avremmo voluto vedere divise europee piuttosto che solo italiane – ha sottolineato Iacop.

“Pozzallo è un confine europeo, non solo italiano e quindi tutti i Paesi dell’Unione devono farsene carico. Questo è emerso in modo chiaro. In quanto rappresentanti delle Regioni, ed i Sindaci con noi, siamo direttamente coinvolti nella seconda fase della ri-collocazione. Sono enormi i problemi da affrontare e non possiamo essere solo noi, enti territoriali italiani, a farcene carico.

“Credo che i colleghi europei abbiamo compreso che non siamo più di fronte ad una emergenza, ma a una crisi che si protrarrà negli anni – ha concluso il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia -: ringrazio pubblicamente le istituzioni e le autorità preposte a Pozzallo per il lavoro che fanno e il presidente Vannino Chiti per aver promosso questa iniziativa europea”.

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