Il grazie di Norcia: sempre riconoscenti

Messaggero Veneto – 6 marzo 2017. Di Giacomina Pellizzari

Solidarietà terremoto

Il grazie di Norcia: sempre riconoscenti

Friulani all’opera per realizzare la stalla donata dalla Carnia

A Norcia i friulani lavorano sodo. Gli artigiani partiti dalla Carnia sono arrivati a Fontevena, uno delle tante frazioni distrutte dal terremoto. Nelle prossime ore inizieranno a installare le pareti della stalla in legno, donata dai comuni di Arta Terme, Zuglio, Sutrio, Cercivento, Ravascletto, Paluzza, Treppo Carnico, Ligosullo, Paularo e dall’Uti della Carnia.

Contemporaneamente il manager della Filiera del legno Friuli Venezia Giulia, Mauro De Benedetti, ritirerà il permesso a costruire il padiglione polifunzionale progettato dall’architetto Stefano Boeri, alle porte di Norcia. Anche l’opera finanziata dalla raccolta fondi “Un aiuto concreto” avviata dal Corriere della Sera e dal Tg La7, sarà realizzato in legno lamellare prodotto in Carnia. «È un materiale che lo studio Boeri ha sposato perché rientra nella filosofia degli edifici antisismici».

La sottolineatura fatta da De Benedetti è importante perché Legnolandia, la ditta di Forni di Sopra che fa parte della Filiera del legno Fvg, certifica il prodotto dal taglio a tutte le fasi di lavorazioni. Anche in questo caso i tempi sono strettissimi: il 23 marzo il cantiere ospiterà il G7. Per quella data, a esclusione di alcune rifiniture, la struttura dovrà essere ultimata.

Domenica, 5 marzo, a Norcia, in una domenica segnata dalla pioggia e da qualche raggio di sole che di tanto in tanto usciva dalle nuvole, le squadre degli operai friulani animate dalla concretezza e dal saper fare sperimentato dopo il sisma del 1976, hanno allungato il ponte della solidarietà che collega la nostra Regione alle zone disastrate dell’Italia centrale.

Un ponte istituzionalizzato, nel tardo pomeriggio, con la stretta di mano tra i presidenti dei due Consigli regionali, Donatella Porzi e Franco Iacop e il sindaco Nicola Alemanno. Nel prefabbricato che ospita gli uffici comunali il grazie al Friuli e ai friulani è stato corale.

«Voi ci siete già passati e il fatto che oggi siate qui è molto importante. Non riesco a dimostrarvi quanto vi siamo grati, spero verrà un giorno in cui potervi dire grazie in modo diverso». Quasi commoventi le parole espresse da Alemanno mentre porgeva il libro sulla vita di San Benedetto a Iacop, al capo di gabinetto del Consiglio regionale, Giorgio Baiutti, e ai sindaci di Ravascletto e Arta Terme, Ermes De Crignis e Martin Peresson. E proprio perché i friulani ci sono già passati, i sindaci di Ravascletto e Arta Terme si sono fatti portavoce di altri colleghi carnici pronti ad aiutare Norcia a rinascere. «Siamo qui – hanno aggiunto i due primi cittadini – per restituire gli aiuti ricevuti 40 anni fa».

L’esperienza del Friuli sta veramente facendo scuola nell’Italia centrale. «Nella visita fatta in Friuli all’Epifania – ha aggiunto la presidente del Consiglio regionale dell’Umbria – ho riflettuto sul vostro esempio: 40 anni è il tempo giusto per fare un bilancio, sono rimasta molto colpita da come in Friuli il terremoto abbia fatto crescere la comunità anche dal punto di vista sociale.

A Gemona e Venzone ho visto comunità coese e questa è la prospettiva che deve rasserenare anche noi». Ecco perché la Regione Umbria con i comuni di Norcia e Gemona (la proposta arriva dal sindaco Paolo Urbani) stanno valutando di portare “Orcolat”, lo spettacolo di Simone Cristicchi anche nella piazza di Norcia. L’artista è disponibile a replicarlo organizzando una raccolta fondi.

«Siamo qui – ha ripetuto Iacop – per portarvi la solidarietà del Friuli Venezia Giulia, non vi lasceremo soli». Iacop illustrerà il modello Friuli anche alla commissione paritetica Stato-Regioni per fa sì che le procedure ancora ripetibili possano essere prese a esempio.

Tra le prime a ringraziare i sindaci della Carnia impegnati nella costruzione della stalla è stata Manuela Brandimarte, la sorella di Emiliano, l’allevatore che riceverà in dono la struttura. «Questo gesto – ha spiegato – ci aiuta ad affrontare un periodo di estrema difficoltà. La mia famiglia alleva cavalli da generazioni e non avere un ricovero per una sessantina di capi ci addolora molto. Abbiamo dovuto abbandonare Castelluccio, mio fratello è rimasto isolato fino al 20 dicembre. Non ha mai lasciato i cavalli».

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