Consiglio regionale: Sottocommissione riforme costituzionali

(ACON) Udine, 11 apr – MPB – Nuova tappa nel lavoro di approfondimento avviato dalla Sottocommissione “Autonomia speciale della Regione e riforme costituzionali”, istituita in seno alla V Commissione consiliare e presieduta anch’essa da Vincenzo Martines (Pd), che questo pomeriggio a Udine, nella sede della Regione, presente il presidente del Consiglio Franco Iacop, ha sentito in audizione esperti dei due atenei: Paolo Giangaspero, professore ordinario del dipartimento di scienze giuridiche dell’Univerisità di Trieste ed Elena d’Orlando, professore associato dell’analogo dipartimento nell’ateneo friulano.

Un percorso in vista della revisione degli statuti regionali, compreso quello del Friuli Venezia Giulia, che prenderà il via una volta completato l’iter di revisione costituzionale e che culminerà in autunno con il probabile referendum confermativo, e che – hanno ribadito Iacop e Martines – il Consiglio regionale intende continuare qualunque sia l’esito della consultazione popolare. In questo quadro, fondamentale la collaborazione con gli atenei – ha sottolineato Iacop – per il contributo che potranno dare nell’affrontare una materia così complessa. Un rapporto, quello con le due Università, che – per Martines – significa sviluppare un più stretto legame con il territorio.

Nell’analisi della griglia tematica delineata nei documenti che sono stati elaborati dal Consiglio regionale su aspetti tecnico-giuridici molti i punti toccati dai due docenti; in particolare è stata sottolineata la necessità che, prima di sottoporre al Parlamento il nuovo Statuto speciale, sia definito con chiarezza con lo Stato il metodo pattizio, ovvero la relazione e l’intesa tra lo Stato e la Regione. Uno Statuto, comunque, che demandi alle norme di attuazione gli aspetti di dettaglio, definendo invece i punti essenziali e le modalità di collaborazione tra lo Stato e la Regione.

Altro aspetto importante è che in questo processo è necessaria la partecipazione della comunità, e il coinvolgimento dei cittadini va fatto in merito alla domanda su quale Regione essi vogliano; l’indicazione che ne verrà andrà tradotta nei contenuti del nuovo Statuto, da riscrivere e mandare al Parlamento, per approvarlo d’intesa, dopo che a monte siano state, appunto, definite le regole del Patto.

In questo momento storico costituzionale – è stato anche evidenziato – proprio dalle Autonomie locali possono derivare elementi di innovazione costituzionale: in questo senso potremo candidarci a diventare un laboratorio per forme più avanzate di autogoverno.

E’ stata inoltre sottolineata l’importanza di definire il sistema delle relazioni finanziarie Stato-Regione in modo che il concorso della Regione agli obiettivi di finanza pubblica sia ispirato a principi di corrispondenza tra risorse e competenze e al metodo pattizio.

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