Ogs e Comuni terremotati, insieme contro i rischi sismici

Il Piccolo – 9 febbraio 2016. Di l.str.

Ogs e Comuni terremotati, insieme contro i rischi sismici

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È stato firmato l’accordo tra l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste (Ogs) e l’Associazione Comuni terremotati e sindaci della ricostruzione del Friuli, che ha segnato l’apertura in Consiglio regionale delle celebrazioni per il quarantennale del terremoto del 1976.

L’accordo intende promuovere l’informazione scientifica sulla cultura del rischio sismico attraverso la partecipazione congiunta a progetti specifici e programmi di ricerca, la costituzione di un laboratorio didattico all’interno del museo Tiere Motus di Venzone, nonché l’attività di aggiornamento a fini educativi e formativi.

Il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop ha sottolineato il valore di quella che è stata l’attività del post-terremoto in tutti i suoi aspetti, il ruolo che negli anni ha avuto l’Ogs e ha ricordato come egli stesso abbia vissuto molto da vicino l’evento, come ex sindaco e nel suo primo impiego proprio all’Ogs.

Fabio Di Bernardo, presidente dell’associazione, ha riconosciuto la grande sensibilità dimostrata dall’Ogs e ha messo in evidenza l’impegno dell’organismo da lui presieduto nella conservazione della memoria, nel rinnovare la grande volontà di ciò e stato fatto e nella promozione di iniziative come questa, che ha uno spiccato indirizzo verso la divulgazione e la prevenzione.

L’Ogs è uno dei dodici enti di ricerca a carattere nazionale, ma, come sottolineato dalla presidente Maria Cristina Pedicchio, oltre a ricerca e innovazione, punta molto sulle attività di divulgazione, formazione, informazione e, come approccio, cerca di sviluppare una cultura consapevole delle calamità naturali per combattere quell’idea troppo spesso fatalista di chi ragiona come se tali eventi dovessero toccare altre persone e altri luoghi e mai noi stessi.

«Entro l’anno – ha aggiunto Pedicchio – inaugureremo a Udine la nuova sede del Centro ricerche sismologiche, sempre in via Treviso, accanto all’attuale, anche per sfruttare l’attuale torre di ricezione dei segnali sismologici già esistente con la sua alta tecnologia».

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