Bruxelles: Iacop a Conferenza sussidiarietà e in Commissione Civex

Bruxelles: Iacop a Conferenza sussidiarietà e in Commissione Civex(ACON) Trieste, 17 nov – AB – Due intense giornate di lavori a Bruxelles hanno impegnato il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Franco Iacop, come componente del Comitato delle Regioni (CdR), all’interno del quale è rappresentante politico al direttivo sulla sussidiarietà, e come coordinatore della Conferenza dei Consigli regionali italiani.

La VII Conferenza sulla sussidiarietà si è aperta, come tutte le altre riunioni, con una commemorazione delle vittime di Parigi e con una ferma condanna a ogni atto di terrorismo.

Il principio di sussidiarietà sancito dal Trattato sull’Unione europea prevede che le decisioni siano prese al livello più vicino ai cittadini. Così alla Conferenza, ospitata al Parlamento Fiammingo, alla presenza del vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans, Iacop è intervenuto come “first respondent” dopo il ministro del lavoro del Lussemburgo e il chairman della Commissione affari giuridici del Parlamento europeo sottolineando come sia necessario non solo incrementare la qualità della legislazione, ma favorire la coerenza e la comprensione della legislazione europea da parte di cittadini e operatori economici, con l’implicito ruolo nel miglioramento della crescita e della competitività europea.

A fronte della crescente complessità della governance multilivello, che vede un’articolazione di soggetti anche non istituzionali intervenire in maniera spesso informale, non codificata e a volte fortemente sbilanciata nei processi decisionali europei, Iacop ha fermamente ribadito la necessità di mantenere e rivitalizzare il ruolo delle istituzioni formalmente costituite, quali Regioni ed Enti locali, e irrobustire il processo di consultazione istituzionale.

Il rischio, in altre parole, è che la legislazione possa essere pesantemente influenzata dalle lobby. In tal senso il presidente Iacop ha auspicato che gli enti regionali e locali siano favoriti nel processo di consultazione dell’Ue a livello nazionale e che il Comitato delle Regioni partecipi di diritto con la Commissione europea e gli Stati membri alla piattaforma appositamente istituita per il controllo sulla qualità della legislazione, e non venga coinvolto solo in un secondo momento assieme alle categorie sociali ed economiche.

Oltre alla Conferenza, tra gli altri appuntamenti, il presidente Iacop ha partecipato alla Commissione Civex (cittadinanza, governance, affari istituzionali ed esterni) del CdR, che si è espressa per il rafforzamento della posizione degli enti locali e regionali nello sviluppo dell’Unione politica fondata sui principi della libertà, della democrazia e del rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, nonché dello stato di diritto. Ciò significa anche un maggior coinvolgimento delle Regioni in un processo di costruzione dell’unione politica e non solo economica della Ue.

In tema di rafforzamento del sistema di tutela dei minori nell’Ue è stata messa in evidenza la fondamentale cooperazione delle autorità regionali e locali nella protezione dei minori dagli abusi e dagli sfruttamenti: 26 milioni e mezzo di bambini nell’Ue crescono in situazioni di disagio, secondo i dati della ricerca condotta dall’Agenzia Ue per i diritti fondamentali, che li ha resi disponibili sul suo sito.

Oggi le autorità regionali affidano a organismi privati compiti di cura e custodia un tempo affidati ad autorità pubbliche: vi è la necessità di mettere in piedi un sistema di monitoraggio e di fornire le adeguate risorse. I problemi si pongono soprattutto nelle zone rurali di non facile accesso e a ciò si aggiunge la crisi dei rifugiati: 108.000 bambini, circa un quarto dei rifugiati, sono minori, il che richiede una revisione delle risorse umane disponibili da mettere a disposizione delle autorità regionali e locali per facilitare la cura, l’istruzione e la loro integrazione in Europa.

Il Comitato delle Regioni ha infine affrontato il tema della strategia dell’allargamento dell’Ue 2015-2016, volgendo l’attenzione, in particolare, ai nuovi Paesi che si trovano alle immediate frontiere: Turchia, Macedonia, Montenegro, Serbia, Bosnia Erzegovina, Albania e Kosovo. È necessario – è stato rimarcato – accompagnare questi Stati nel processo di riforma sul fronte della lotta alla criminalità e alla corruzione, del sistema giudiziario e della pubblica amministrazione. Con alcuni di questi Paesi, ad esempio la Turchia, sono già state avviate collaborazioni per gestire la crisi migratoria e la lotta contro il terrorismo, oltre che in materia di energia e commercio. I Paesi che intendono aderire all’Ue dovranno trovare il giusto equilibrio tra il livello governativo regionale e nazionale e dare prova del loro impegno anche nei diversi comitati consultivi misti istituiti presso il Comitato delle Regioni.

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