Riforma Senato: Iacop con ministro Boschi e in Conferenza Consigli

(ACON) Roma, 11 set – COM/MPB – Seconda giornata romana per il presidente del Consiglio regionale del FVG Franco Iacop che, nella sua veste di coordinatore della Conferenza dei Consigli regionali italiani, dopo l’audizione giovedì in Commissione affari costituzionali del Senato in merito alla revisione della Parte II della Costituzione, oggi ha incontrato il ministro per le riforme costituzionali Maria Elena Boschi e ha presieduto l’Assemblea plenaria della Conferenza, chiamata a esprimere una posizione proprio su questo argomento. Nell’incontro con il ministro, Iacop – insieme al presidente del Consiglio regionale della Toscana Eugenio Giani – a nome della Conferenza ha ribadito la bontà della riforma così come approvata dal Governo, con il Senato che diventa pertanto Camera di rappresentanza delle Autonomie locali e dei territori.

È stata inoltre ribadita la necessità di mantenere in capo ai Consigli regionali la prerogativa di elezione dei componenti del nuovo Senato secondo il meccanismo che vede i consiglieri regionali – eletti dai cittadini dai quali hanno ricevuto mandato – designare chi andrà a farne parte.

Altra questione affrontata da Iacop e Giani con il ministro Boschi quella inerente i poteri attribuiti al nuovo Senato, in particolare quelli di modifica della legislazione riguardante il sistema delle Regioni; inoltre, è stato chiarito che sia assicurata la possibilità di definire i processi partecipativi delle Regioni nell’ambito dell’Unione europea. Così, al Senato dovrebbero essere assegnate in via esclusiva le funzioni di raccordo tra Ue, Stato e altri enti costitutivi della Repubblica e di valutazione delle politiche pubbliche, e dovrebbe inoltre essere rafforzata la sua funzione di organo garanzia.

Infine, – ha sottolineato Iacop – i Consigli regionali concordano sulla differenziazione delle funzioni fra le due sedi parlamentari, ma avvertono che ciò non può determinare una condizione di inferiorità del nuovo Senato rispetto alla Camera dei deputati, soprattutto per quanto concerne la materia delle autonomie territoriali. In altre parole, il Senato non può essere rappresentato come una Camera minore, ma deve essere messo nelle condizioni di interpretare compiutamente le esigenze delle autonomie territoriali della Repubblica.

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