Mini vitalizi esenti dai tagli. Le riduzioni toccano il 22,5%

Messaggero Veneto – 22 gennaio 2015. Di Anna Buttazzoni

La riforma

Mini vitalizi esenti dai tagli. Le riduzioni toccano il 22,5%

Nel testo di legge fino a 1.500 euro mensili nessun contributo di solidarietà. Sale il “sacrifico” per chi cumula più pensioni. Non cambia la reversibilità

Il taglio arriverà fino al 22,5 per cento dell’assegno lordo mensile e resterà in vigore fino al giugno 2018, la fine della legislatura. Sarà possibile ottenere il vitalizio a 65 anni e se qualcuno lo vorrà prima, ma non prima dei 60 anni, la riduzione sarà del 2,5 per cento per ogni anno d’anticipo. Il tavolo di lavoro chiude la legge per ridurre il vitalizio agli ex consiglieri, legge che passerà al vaglio dell’Assemblea regionale giovedì 5 febbraio. Il compromesso raggiunto soddisfa i partiti, anche il Pd, nonostante la discussione interna che fa vincere la minoranza e porta a non toccare la reversibilità a vedove (o vedovi) e ai figli, reversibilità che è e resterà al 60 per cento della pensione incassata dall’ex consigliere. La legge non piace, invece, all’associazione degli ex consiglieri, che sperava di limitare i danni e invece si ritrova una sforbiciata più decisa. Anche se va detto che più di qualcuno tra i 213 ex, quelli che incassano assegni pesanti, sono pronti a fare la propria parte, senza doglianze.

La nuova norma è bipartisan ed è firmata dai consiglieri (in ordine alfabetico) Enio Agnola (Pd); Igor Gabrovec (Pd-Ssk); Paride Cargnelutti (Ncd); Alessandro Colautti, capogruppo di Ncd; Giulio Lauri, capogruppo di Sel; Bruno Marini (Fi); Pietro Paviotti, capogruppo di Cittadini; Cristiano Shaurli, capogruppo del Pd, e Claudio Violino, capogruppo del Misto. Si è sfilato il M5s che ha depositato una propria proposta. Tra le novità c’è il limite dei mille 500 euro lordi mensili, perché fino a quella soglia non ci saranno riduzioni. Dai 1536,10 euro lordi mensili, invece, si taglia, anche la reversibilità. Fino a 2 mila euro la riduzione sarà del 6 per cento; da 2 mila a 4 mila del 9; da 4 mila a 6 mila del 12 e oltre i 6 mila del 15. La riduzione sale, più di quanto previsto all’inizio, per chi cumula più vitalizi. Il “sacrificio” toccherà ex onorevoli che sono stati anche assessori o consiglieri regionali, come Roberto Antonione, Angelo Compagnon, Diego Carpenedo. Aldo Gabriele Renzulli, Ferruccio Saro, Ivano Strizzolo. A loro l’assegno della Regione sarà tagliato del 9 per cento fino a 2 mila euro; del 13,5 da 2 mila a 4 mila; del 18 da 4 mila a 6 mila e 22,5 se supera i 6 mila. E chi invece, come Sergio Dressi (presidente di Aeroporto Fvg), Milos Budin (presidente del Teatro Stabile Rossetti di Trieste) o Piero Colussi (soprintendente di Villa Manin), cumula al vitalizio uno stipendio da una società o ente pubblico, dovrà optare per l’una o l’altra entrata mensile. La reversibilità del 60 per cento non si tocca, ma ai figli sarà garantita fino ai 18 anni (non più ai 26 se a carico della famiglia) e resterà permanente se inabili al lavoro.

«Questa norma – ha commentato il presidente del Consiglio Franco Iacop (Pd), che ha coordinato il tavolo di lavoro – completa l’abbattimento dei costi della politica. Stiamo dimostrando una volta di più di dare la giusta attenzione a quei risparmi complessivi che per diversi fattori, non da ultima la situazione contingente di crisi, sono necessari».

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