Le competenze sono blindate, si fa quadrato sulla specialità

Il Quotidiano del Friuli Venezia Giulia – 3 aprile 2014. Di Lodovica Bulian

Ieri il dibattito del consiglio regionale sulle modifiche al Titolo V

Le competenze sono blindate si fa quadrato sulla specialità

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Non c’è stata l’unanimità, causa astensione dei grillini, ma la mozione per salvaguardare la specialità dalle modifiche del Governo al Titolo V della Costituzione, è stata approvata con larga condivisione ieri dal Consiglio regionale, in una giornata che ha visto votare il medesimo ordine del giorno dai consigli regionali di tutta Italia, riunitisi in seduta straordinaria per ribadire la loro voce nel capitolo delle riforme di Matteo Renzi.

Al di là delle divisioni politiche, per la presidente del Fvg Debora Serracchiani è il momento di dare un «segnale forte» con cui mettere in chiaro «le nostrecompetenze, indicare al Governo la linea Maginot di ciò a cui non rinunceremo e di quello che vogliamo mettere in discussione». E per il Fvg non si toccano quelle finanziarie, perché sulla specialità «non c’è clausola di salvaguardia che tenga e occorre adottare il metodo pattizio, dire con chiarezza quel che facciamo noi e quel che fa lo Stato». La volontà delle Regioni è infatti quella di «fare squadra e massa critica» afferma Vincenzo Martines (Pd) affinché, in occasione della revisione del Titolo V «si inserisca, tra le norme finali e transitorie, una clausola che faccia espressamente salve le competenze previste dagli Statuti speciali, estendendo alle autonomie solo le norme di maggior favore, e che tuteli l’assetto delle relazioni finanziarie con lo Stato».

Con l’adozione del documento, proposto dalla Conferenza delle Regioni, anche il presidente del consiglio del Fvg Franco Iacop avrà nuova forza per «rappresentare, nelle sedi di confronto con il Governo e anche nel dibattito che si svilupperà in Parlamento, le istanze sulla valorizzazione del regionalismo e sulle esperienze specifiche delle singole autonomie». Perché mai come sulla specialità, maggioranza e opposizione hanno fatto quadrato: per il capogruppo del Nuovo Centrodestra Alessandro Colautti «la nostra specialità non deve essere vista come un centro di spesa, ma come un esempio. In questi anni, mentre cresceva la spesa nelle altre Regioni, non abbiamo avuto nulla dallo Stato, solo soldi tolti. Il tema finanziario è centrale, ma è importante riportare sul tavolo anche i costi standard. Siamo nelle condizioni per poter fare una battaglia comune». A maggior ragione ciò vale per Sel, a cui non vanno giù le riforme di Senato e Titolo V così come proposte da Renzi, e su cui «il testo della Conferenza delle Regioni si mette di traverso, rivendicando il migliore regionalismo italiano, senza chiederci di sostenere il disegno complessivo dell’intera riforma che invece non possiamo condividere» afferma il capogruppo Giulio Lauri. Preoccupato «per alcune accelerazioni della politica nazionale» si definisce Pietro Paviotti (Cittadini), perché «il rischio di farsi condizionare dalla deriva populista è dietro l’angolo. Concentriamoci sulla vera sfida che ci aspetta: non solo la difesa della specialità, ma ottenere ancora più autonomia».

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